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In questa guida spieghiamo come applicare il mordente per legno.
Può essere consigliabile, di fronte a un bel legno, passare subito alla lucidatura. Non tutti i legni, però, anche per ragioni estetiche, lo consentono: molti mobili, quindi, devono essere « colorati » prima di essere lucidati con una delle tecniche viste precedentemente. Questi « coloranti » si chiamano, nel linguaggio tecnico, mordenti.
Ultimo aggiornamento 2024-11-17 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Ce ne sono di tre tipi: ad acqua, a spirito, ad olio. Quelli ad acqua sono i più comuni, forse anche perché sono i più facili da applicare. Richiedono più di una « mano » per dare la profondità di colore desiderata. Inconveniente: il legno, bagnandosi, tende a gonfiare. Se non rientra asciugandosi, occorre carteggiare, e le superfici più rialzate perdono il colore appena acquisito. Occorre quindi ricominciare daccapo. I mordenti a spirito asciugano molto rapidamente, quindi occorre stare attenti a non passare il pennello dove è già stato appena passato, altrimenti risulterà una striscia più scura. Quelli ad olio sono i più lenti ad asciugare, quindi i più facili da controllare. Vengono assorbiti più in profondità dal legno: un processo che richiede tempo, e per cui occorre attendere due o tre giorni prima di passare alla finitura.
I mordenti sono in vendita presso i colorifici: ciascuno ha le sue particolari istruzioni per quanto riguarda le quantità di solvente da usare, e gli usi a cui è più adatto.
Il mobile antico
Senza voler rinfacciare ad alcuni « antiquari » poco scrupolosi una certa abitudine a impallinare con un fucile da caccia certi mobili per farli sembrare tarlati (quindi antichi), i mordenti si prestano ad alcuni giochi di invecchiamento che, a dire la verità, hanno alcuni aspetti decisamente positivi. Come, per esempio, far sembrare antico un mobile che antico è, ma non ne ha l’aspetto? La tecnica è semplicissima. Prima di pennellare il mordente, dare qualche tocco di stoppino, imbevuto della dovuta mistura d’alcool e gommalacca, sulle parti esterne più pronunciate di un mobile, quelle, per esempio, indicate dalle frecce della fig. 1.
Sono, in pratica, le parti che dovrebbero avere maggiormente sofferto dell’età, e, consumate, dovrebbero risultare più chiare. Dopo avere dato questi rapidi ma precisi colpi di stoppino, procedere alla coloritura del mobile con il mordente prescelto. Sui punti dove lo stoppino è stato applicato, il mordente non farà presa. Quei punti, perciò, rimarranno più chiari. Procedere quindi alla normale lucidatura, con lo stoppino o meglio ancora con la cera (più in carattere con il tipo di mobili antichi caratterizzati da quegli schiarimenti), fino ad ottenere la lucidatura completa. Le parti toccate a stoppino (dettaglio 2, fig. 1) rimarranno più chiare. Tale effetto sarà messo in particolare risalto se nel mordente verrà sciolta una punta di negrosina, per renderlo più scuro.
Migliorare il legno
Cioè, l’aspetto del legno. Parliamo qui di mogano, noce e quercia, i tre legni più « nobili » fra le antichità, quelli che meglio si prestano ad essere « valorizzati » con metodi artificiali
Mogano: per dargli un aspetto più « ricco », usare una soluzione di bicromato di potassio in acqua. Per renderlo più scuro, sciogliere il bicromato in ammoniaca. Dopo il « trattamento », mettere il legno al sole prima di giudicare il risultato.
Noce: il modo migliore per mettere in risalto le sue venature consiste in una leggera oliatura, da ripetere due o tre volte a distanza di pochi giorni. Se ci sono delle chiazze chiare, usare un mordente supplementare a base di marrone Vandyke sciolto in acqua o alcool.
Quercia: per fare diventare più scuro questo nobile « re » dei legni, bagnarlo con una spugna inumidita di ammoniaca. Ripetere l’operazione fino ad ottenere il risultato voluto. Per « affumicare » la quercia (il migliore metodo per farla diventare scura) si lavora con ammoniaca, ma soltanto attraverso le sue esalazioni. Occorre un contenitore (in genere un altro mobile) a tenuta stagna, che non lasci passare neppure un filo d’aria. In questo contenitore si collocano il pezzo da scurire e un paio di vassoi colmi di ammoniaca. Chiuso il contenitore ermeticamente (se necessario applicando nastro adesivo sulle fessure), lasciare per 12 ore. Se l’oggetto « affumicato» non è abbastanza scuro, ripetere l’operazione. Se si tratta di un mobile con parti a incastro (cassetti, porticine ecc.), aprirle bene prima di chiudere con l’ammoniaca. Qualora si volesse schiarire un mobile precedentemente scurito, usare una miscela composta da mezzo bicchiere di acqua ossigenata a cento volumi e un cucchiaio di ammoniaca. Si spalma con un pennello, poi si pulisce con acqua. È ottimo anche per eliminare certe macchie.
I legni falsi
Ci sono diversi modi per far sì che un legno di poco valore possa sembrare un legno pregiato. Elenchiamo i più noti.
Mogano: mescolare alcool a marrone Bismarck, aggiungendo 25 grammi di gommalacca per ogni 200 grammi di soluzione. Oppure sciogliere rosso veneziano in olio di lino crudo. Un metodo da quattro soldi? Metà birra stantia e metà acqua, con un cucchiaio di terra di Siena ogni mezzo litro; noce: quantità uguali di terra d’ombra bruciata e marrone Vandyke in un po’ di ammoniaca, diluita con acqua secondo la profondità del colore voluto. Oppure nero Brunswick, sciolto in acquaragia. Metodo casereccio economico: caffè espresso, passato al colino, con marrone Vandyke.
Quercia: un cucchiaino di bicromato di potassio e un altro di terra d’ombra bruciata, mescolati in un mezzo litro d’acqua calda. Usare quando la soluzione è ancora calda, e asciugare l’umidità eccessiva con un panno asciutto. Oppure un cucchiaino di permanganato di potassio e mezzo cucchiaino di terra d’ombra bruciata in mezzo litro d’acqua. Altro metodo, piuttosto complicato, consiste nel trattare il legno con una soluzione di mezzo litro d’acqua bollente e un cucchiaio di bicromato di potassio. Quando è asciutto, passare una mano di nero, sciolto in acquaragia. Strofinare leggermente la superficie appena il nero è stato pennellato, affinché rimanga soltanto nelle venature. Passare lo stoppino con alcool e gommalacca, quindi lucidare a cera. Fra la applicazione delle varie sostanze carteggiare con cartavetro 00.
La venatura inventata
Non sempre basta cambiare il colore per trasformare un legno di poco pregio in un legno di qualità. La prova del nove viene dalla venatura. Nel noce e nel legno di rose, per esempio, è essenziale. Dovrà allora essere inventata. Basta avere mano ferma e una certa capacità artistica; la verità è che se non si riesce a farlo bene, tanto vale rinunciarvi. La « venatura » è applicata con una piuma, come indica la fig. 2. Ci sono due metodi. Il primo consiste nel mescolare la soluzione da stoppino (alcool e gommalacca) con polvere nera. Applicare con la punta della piuma, dopo la coloritura con mordente, e prima di oliare la superficie. Il secondo metodo consiste nell’usare una miscela di mezzo litro d’acqua e 15 grammi di solfato di ferro.