In questa guida spieghiamo come costruire un teatrino per i burattini.
Visto che il gioco è, per i bambini, uno specchio della vita reale, non c’è da sorprendersi se ancora oggi, con abbondanza di spettacoli televisivi a loro dedicati, sovente preferiscano avvicinarsi a qualcosa che rispecchi più da vicino le loro vicende di tutti i giorni, i giochi fatti con i piccoli compagni o semplicemente immaginati leggendo libri di avventure. Quel gioco tanto vecchio, ma ancora tanto apprezzato, è il teatrino delle marionette. Chi di noi, a una certa età, non si è improvvisato regista e attore, sceneggiatore e costumista, quando non ha addirittura preso carta e matita scrivendo « commedie » di cappa e spada, a base di pirati, principi, arlecchini e diavoletti, regine e servette, tutti accomunati in una fantasiosa trama che giustificasse la loro presenza?
Bellissime le marionette tramandateci dalle tradizioni locali, frutto del costante e spesso ingrato lavoro di burattinai appassionati. Ma non c’è stato nessun Podrecca in grado di entusiasmare i giovani spettatori più delle smilze e talvolta irriconoscibili marionette che essi stessi si erano fatti in casa e avevano pitturato alla meglio, valendosi di materiali e strumenti assai primitivi. Una volta, per farsi le marionette, si andava in campagna alla ricerca di creta. Oppure, con estrema pazienza, si costruivano mostriciattoli con fil di ferro e gesso. Oggi la più moderna plastilina ha semplificato molte cose. Ma resta inalterata la difficoltà (comunque relativa, come vedremo) di costruire il palcoscenico su cui si dipaneranno poi le gesta dei nostri eroi.
I pezzi base
Costruire un teatrino richiede soltanto un po’ di pazienza. Le dimensioni non sono importanti, l’importante è scegliere una struttura che consenta uno smontaggio rapido e una sistemazione conveniente, che non rubi troppo spazio nelle strettoie degli alloggi moderni;
base: è, in pratica, una scatola di compensato (fig. 1, dettaglio A). Una misura adeguata potrebbe essere di 80 x 50 cm, con uno spessore di circa 10 cm, che consenta di riempire la scatola stessa, a teatro smontato, di tutte le altre parti e di tutti gli accessori. Si prendano quindi due fogli di compensato da 6 mm che misurino 80 x 50 cm, e tre listelli di legno spessi un paio di centimetri, larghi 10 e lunghi rispettivamente 80, 48 e 48. Poggiato sul tavolo di lavoro il listello più lungo, gli si inchiodano ad angolo retto (e con l’ausilio di un buon adesivo), i listelli più corti. Su questa struttura a forma di U si appoggia uno dei due fogli di compensato, e io si tassa con una serie di chiodini distanti non più di cinque centimetri uno dall’altro. Si capovolge la struttura finora ottenuta, in modo che il foglio di compensato poggi sul tavolo, e ci si prepara ad inchiodare allo stesso modo l’altro foglio di compensato. Prima di eseguire l’operazione, tuttavia, è necessario praticare alcuni fori in questo compensato. II loro diametro, per un teatrino delle dimensioni che sono state finora indicate, dovrebbe essere di circa un centimetro. La loro sistemazione dovrebbe essere la seguente. Su quella che sarà la parte frontale del palcoscenico (quella cioè che si inchioderà sulla parte chiusa della U), quattro fori, due per parte, rispettivamente a 3 e a 7 cm dai lati, e a 3 cm dalla linea di fronte. Sul retro sei fori, distanti due centimetri dal fondo, quattro di essi situati ai due lati (come per quelli anteriori a 3 e a 7 cm dai bordi), e due in posizione centrale. Occorrono infine altri quattro fori, due per parte, a circa 3 cm dai lati, e a distanze di 20 e 35 cm dal fronte del palcoscenico. Tutti questi fori serviranno per reggere la cornice del palcoscenico, gli scenari e le quinte. Le distanze dalle estremità sono calcolate in modo che i supporti destinati ad esservi infilati non incontrino l’ostacolo della intelaiatura su cui poggia il foglio di compensato del palcoscenico;
cornice: svolge due funzioni, una pratica (regge, all’interno, il sipario) e una estetica. Si prendano due listelli di legno spessi 2 cm, larghi 10 e lunghi 40. Si pratichino in essi, ad ognuna delle due estremità, fori del diametro di 1 cm, distanti 3 cm dal lato e profondi circa 3 cm. Nei quattro buchi così ottenuti in ognuno dei due listelli, versare alcune gocce di adesivo per legno, quindi inserire, esercitando pressione, tondini di legno lunghi circa 6 cm. Questi perni rimarranno così sporgenti per circa 3 cm, e serviranno ad infilare i due montanti della cornice nella base del palcoscenico. I perni superiori serviranno a bloccare la traversa della cornice, che consisterà di un listello di legno lungo 80 cm, largo 10 e spesso 2, con quattro fori sistemati due per lato, rispettivamente a 3 e a 7 cm dall’estremità;
finitura: palcoscenico e cornice devono ora essere dipinti; il colore dipende soprattutto dal gusto del giovane teatrante, ma occorre’ tenere presente che molto indicato per il palcoscenico è un rivestimento di carta autoadesiva lavabile;
sipario: sicuramente in casa c’è qualche avanzo di velluto rosso o blu scuro, oppure un broccato di una vecchia tenda o di una poltrona andata distrutta. Bastano due quadrati che misurino 45 cm per lato. Si cuce un bordo, lasciando nella parte superiore un passante per lo spago con cui il sipario sarà manovrato. Avvitare, alle due estremità sul retro della traversa della cornice, due anelli, attraverso cui si farà passare uno spago secondo questo schema: da destra (per chi sta dietro il palcoscenico) dentro l’anello, e poi agganciato al sipario di destra; libero poi fino all’anello di sinistra, che serve da capolinea; al ritorno lo spago aggancia il sipario di sinistra, torna nel primo anello, e scende lungo il montante della cornice (fig. 1, dettaglio F). Basterà azionare quella parte di spago che pende per fare aprire o chiudere il sipario;
scenari: è qui che la fantasia comincia veramente ad agire. ll lavoro di carattere tecnico consiste unicamente nel costruire i supporti per i grandi tabelloni su cui ciascuno potrà poi fare il disegno che preferisce. Per lo scenario di fondo, che ovviamente sarà di 80 x 50 cm, occorrono tre supporti. Tutti e tre saranno costruiti come si sono costruiti i montanti della cornice: stesse misure, stessi fori e perni alla base (ma nessun foro e nessun perno nella parte superiore, in quanto non c’è la traversa). Un paio di pinze applicate al bordo esterno dei due montanti terrà in posizione lo scenario di cartone, mentre il supporto centrale servirà soltanto come appoggio;
quinte: in questo teatrino ne sono previste due o quattro, situate ai lati (ricordare che, nella base del palcoscenico, erano stati fatti dei fori a 20 e 35 cm dal fronte del palcoscenico). Consistono nel solito listello di legno, spesso 2 cm, lungo 40 cm e largo 10 cm: su questa struttura si possono incollare, o meglio fissare con pinzette, quinte di cartone alte 40 cm e larghe 10.
La mano artistica
Si può dire che la riuscita del teatrino dipende molto dall’immaginazione, dal mondo di fantasia che si sa portare nei termini reali di un gioco. Per questo è impossibile dare consigli su come ambientare le vicende di principi, pirati ed eroi d’ogni genere. Ci possiamo limitare a suggerire qualche accorgimento di carattere tecnico. Delle dimensioni dello scenario di fondo e delle quinte laterali abbiamo già detto. Il materiale più pratico è il cartoncino bianco, che si può facilmente acquistare in cartoleria in grandi fogli e può quindi essere tagliato secondo le necessità. Quanto al tipo del colore, tutto dipende dal gusto di chi fa i disegni. Forse i migliori risultati per il teatrino vengono con gli acquerelli, ma è un lavoro lungo e delicato, soprattutto se si tiene conto che oggi la grande famiglia dei pennarelli consente qualsiasi tipo di lavoro senza grossi problemi (fig. 2).
Si può anche ricorrere, soprattutto per le quinte, a fotografie tratte da riviste e manifesti. Quanto ai temi, ecco alcuni scarni suggerimenti: un castello sullo sfondo e alberi ai lati, per avventure di principi; una baia sul fondo, e alberi di una nave sulle quinte, per riprodurre la scena a bordo di una nave pirata. Mille possono essere comunque le soluzioni dettate dalla fantasia, tutte ugualmente buone: l’importante è che il gioco diverta.