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Ho sempre condiviso l’idea che in un giardino l’acqua svolga un ruolo fondamentale. Non parlo di quella per le annaffiature, ma dei laghetti, dei ruscelli, delle vasche o delle fontane che si ritrovano così spesso nei giardini di ogni tempo e luogo, a simboleggiare l’energia vitale, a favorire la meditazione, ad attrarre la buona fortuna o più semplicemente a costituire un affascinante punto focale.
L’acqua, ma anche e soprattutto il suo movimento e il suono da questo prodotto stimolano i sensi, accompagnano e rendono più coinvolgente il contatto con quel piccolo, meraviglioso pezzetto di natura che è il giardino….. o il terrazzo, o il balcone che di un giardino giuochi la parte, almeno nel cuore e nelle intenzioni del giardiniere.
La quantità di liquido utilizzata, ovviamente, non è importante…. perciò, da testarda terrazzauta quale sono, incoraggiata dai risultati ottenuti con il secchiolago, mi sono lanciata in un’impresa un po’ più impegnativa (si fa per dire), che ha portato alla realizzazione di una piccola vasca-fontana. Naturalmente e rigorosamente in vaso.
La vasca
Per iniziare, deciso l’effetto che si vuole ottenere, si sceglie la vasca: in questo caso un ciotolone rotondo in simil-pietra (cioè di resina), di un metro di diametro. La vasca, appoggiata su un piccolo piedistallo, è alta circa trenta cm. Ad alcuni cm. del bordo superiore va praticato un foro per il troppo-pieno. Un gocciolatore dell’impianto di irrigazione del terrazzo assicura nella stagione calda il ricambio dell’acqua evaporata (l’eccesso viene eliminato tramite il foro del troppo-pieno).
La vasca è stata collocata in posizione soleggiata (un po’ d’ombra solo nella parte posteriore). Zona climatica di riferimento: Roma. Per evitare danneggiamenti, una volta messa al suo posto, la vasca non potrà essere spostata senza essere prima svuotata.
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Il substrato
Sul fondo, occorre creare alcuni cm. di substrato utilizzando ciottoli decorativi di vetro e/o pietruzze da acquario di varia misura. E’ utile collocare anche delle pietre laviche di varia misura (si trovano nei negozi di acquari), perché queste pietre ospitano nei loro interstizi dei batteri che migliorano la qualità dell’acqua.
Le piante
Non potendo prevedere un sistema per il filtraggio artificiale dell’acqua della vasca, la scelta delle piante è stata effettuata tenendo presente, in particolare, l’esigenza di ossigenare e filtrare l’acqua. Occorre, in altre parole, aggiungere ossigeno all’acqua, consumando nel contempo anidride carbonica, sali minerali e altre sostanze dannose in essa disciolte (anche per effetto della presenza dei pesci). In questo modo, tra l’altro, si limita la proliferazione di quelle alghe microscopiche che, soprattutto con le alte temperature, colorano l’acqua di verde (inutile, in questi casi, ricorrere al ricambio totale dell’acqua, che tornerebbe più verde che mai nel giro di poche ore). Una certa porzione della superficie dell’acqua (circa 1/3) dovrà anche essere coperta da piante galleggianti, per assicurare un opportuno ombreggiamento del fondo ed offrire riparo ai pesci, soprattutto nelle ore più calde della giornata.
Potrebbe essere utile, prima di procedere nella scelta delle piante, fare una visita ad un negozio di acquari ben fornito, dove i rivenditori (spesso degli appassionati) sono ben contenti di offrire consigli utilissimi.
Selezione utilizzata
-Sagittaria graminea e Myriophyllum aquaticum. Entrambe molto facili da trovare nei negozi di acquari. La Sagittaria produce piccoli fiori bianchi in estate. È stata inserita nella vasca lasciandola nel suo contenitore originale, appoggiato sul fondo; si è poi sviluppata mediante stoloni che producono dei graziosi ciuffi di foglie nastriformi. Myriophyllum aquaticum ha lunghi rami dall’aspetto leggero e piumoso, è velocissimo nello sviluppo e facile da riprodurre. Si allarga nell’acqua a volte trasbordando anche oltre la riva e producendo lungo i fusti sottili radice aeree (oops, galleggianti nell’acqua).
-Equisetum japonicum. La sua forma slanciata non può mancare in un laghetto. E’ stato lasciato nel vasetto di acquisto, appoggiato sul fondo.
-Pontederia cordata. Le foglie sono forse un po’ grandi e alte, e la pianta tende a svilupparsi in fretta; i fiori azzurri però sono davvero molto belli. E poi è un regalo e si accontenta di un substrato davvero minimal….
-Aponogeton distachyum. A seconda della profondità dell’acqua, produce delle foglie galleggianti su piccioli più o meno lunghi. Bellissima e duratura la fioritura bianca, a pelo d’acqua.
Per decorare il bordo della vasca, vi sono stati agganciati nella parte interna, in modo che toccassero con la base il pelo dell’acqua, dei piccoli vasi di plastica, all’interno dei quali sono state piantate specie a loro agio in zone palustri, come: Caltha palustris, Lysimachia nummularia, Myosotis palustris, ma anche… Oenanthe javanica ‘Flamingo’ , con bellissime foglie variegate di bianco e rosa (la mia però è ancora piccola), che ricondano nella forma quelle di un prezzemolino fine (cresce anche sommersa). Tutte si allargano sia all’interno che all’esterno della vasca.
Lo zampillo
Un minuscolo pannello solare alimenta attraverso una piccola pompa sommersa lo zampillo di una fontanella-puttino vittoriano (di cui è prevista quanto prima la sostituzione….). Lo zampillo, va considerato, migliora l’ossigenazione dell’acqua, oltre a produrre un suono davvero piacevole e rilassante.
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Grazie al sistema sopra descritto lo specchietto d’acqua si è stabilizzato nel giro di un paio di mesi. Il ricambio generale dell’acqua si rende necessario solo in circostanze particolari (ad esempio per la sostituzione di qualche grossa pianta o la pulizia del fondo, se si dovessero accumulare troppi detriti durante l’inverno). Un piccolo retino è di aiuto per rimuovere le foglie rovinate o altra sporcizia galleggiante. Finora le avversità climatiche non hanno prodotto danni.
Ospiti fissi della vasca due pesci rossi (anzi, uno rosso e uno nero). Solo raramente viene loro offerto del cibo secco (si nutrono per il resto di alghe, foglioline, larve di insetti (si spera, in particolare, di zanzara). Alcune lumachine sono arrivate da sole (forse erano presenti nel substrato di qualche pianta) e brucano senza posa le alghe che si sviluppano sulla parete interna del contenitore o sui sassi.
Fa da sfondo al tutto un gruppo di piante dall’aspetto forse desueto, che però aiuta e sostiene l’effetto generale con fioriture bianche e blu (agnocasto, buddleja, pittosforo…). Sul davanti, in una ciotolina tonda, contenente una piccola rappresentante (non meglio identificata) della famiglia delle Commelinaceae, che è la stessa della comune tradescantia, nuota un pesciotto di resina effetto-bronzo-anticato.
Più a destra, un panciuto vaso azzurro ospita una Ligularia dentata, scelta per la forma delle sue foglie, mentre alla versatile Muehlenbeckia complexa, dall’aria solo apparentemente fragile e delicata, è stato affidato il compito di riempire – si spera al più presto possibile – gli antiestetici spazi vuoti.