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Risulta essere il lavoro più semplice che possiate effettuare nell’ambito delle installazioni elettriche, poiché nessun elettricista si sposterà per realizzarlo.
Si tratta effettivamente di un montaggio estremamente semplice da realizzare, ma comunque è necessario possedere le conoscenze adeguate.
L’operazione da effettuare comprende tre fasi principali: il montaggio di una spina, di un portalampada e di un interruttore. Quest’ultimo, non obbligatorio, è tuttavia molto pratico, e vi eviterà di dover inserire e disinserire continuamente la spina per accendere o spegnere la lampada. Inoltre, può essere sostituito con un variatore di intensità da tavolo o da porre sul pavimento. Il collegamento di una lampada ad una presa si effettua con un filo flessibile piatto a trefoli multipli, cioè
costituito da più fili intrecciati; ciò gli conferisce maggior flessibilità e spiega perché si utilizzano questi tipi di conduttore per gli apparecchi mobili; essi permettono infatti di collegarli a prese alimentate da conduttori rigidi ad anima massiccia, costituita da un solo filo di rame e non da più fili.
Come per gli impianti fissi, la sezione dei conduttori dipende dalla potenza degli apparecchi. Un apparecchio elettrico di debole potenza, come una lampada, appunto, richiederebbe dei conduttori in guaina flessibile di 0,75 mmq ma, dato il basso carico di rottura del rame ricotto, è opportuna una sezione non inferiore a 1,5 mmq, in una
guaina comprensiva di conduttore per la messa a terra. In ogni caso, consultare le norme CEI attualmente vigenti.
MATERIALE NECESSARIO
Prodotti
Cavo piatto flessibile
Spina – Interruttore
Portalampada
Utensili
Coltello con manico isolato
Spellatili
Cacciavite da elettricista
Montaggio della spina e dell’interruttore
La lampada si collega sulla presa murale con una spina. Ne esistono numerosi modelli, adatti ai diversi montaggi ed utilizzi, così come all’estetica della lampada. Una spina è generalmente composta da due semigusci (in plastica o in gomma), che proteggono una struttura metallica interna che termina in due spinotti metallici (tre, quando c’è il conduttore della messa a terra); questi ultimi penetrano negli alveoli della presa e stabiliscono cosi l’alimentazione dell’apparecchio. Ne esistono da 6 A, 10-16 A, 20 A (in trifase) e 32 A (anch’esse in trifase). Nel nostro caso, utilizziamo una spina da 6 A. Il metodo di montaggio della spina implica, necessariamente, un certo numero di precauzioni. Dovrete infatti manipolare la spina, una volta che sarà collegata alla rete elettrica, in tutta sicurezza, il che significa, per prima cosa, che i fili con duttori siano ben inseriti e serrati nei loro alveoli. D’altro canto bisogna che siano ben protetti e, per far ciò, scoprite solo l’estremità necessaria perché il contatto avvenga nei morsetti. E’ indispensabile che il collegamento tra la guaina isolante e la spina sia perfetto.
Montaggio dell’interruttore
Un interruttore montato direttamente sui fili di alimentazione della lampada (detto “interruttore passante”) è consigliabile, poiché evita di sollecitare tropo spesso la spina e la presa. Ne esistono diversi modelli: a bascula, con tasto fluorescente che permette di trovarli nel buio, a piede, ecc.; possono essere di diversi colori (bianco, nero, blu, rosa, in stile antico, ecc.) e a volte persino bicolore. Potrete anche sceglierli secondo il tipo di lampada e di paralume e il metodo di comando desiderato. Il collegamento di un interruttore passante avviene sezionando i due fili, o uno solo, a seconda della natura dell’interruttore. Deve essere nello stesso tempo solido e preciso.
Unipolare o bipolare
Il raccordo all’interruttore può essere effettuato sia con un solo filo (raccordo unipolare), che con due (bipolare). Ben inteso, la natura dell’interruttore e i cavi utilizzati determinano la scelta tra questi due metodi. Nel caso di un collega mento unipolare, bisogna utilizzare del filo piatto flessibile e separare i due conduttori, nel punto in cui l’interruttore deve essere montato, utilizzando una forbice con i manici isolati: fate attenzione a non danneggiare la guaina isolante. In seguito bisogna tagliare uno dei due fili, poi scoprirlo alle estremità per raccordarlo sui morsetti dell’apparecchio di comando. Quanto all’altro filo, rimasto intatto, attraversa l’interruttore nel quale viene racchiuso dopo aver rimontato la copertura dell’apparecchio. Nel secondo caso, si deve, al contrario, sezionare i due fili e collegarli ai morsetti corrispondenti. Gli interruttori bipolari agiscono infatti sui due fili nello stesso tempo. Sono un po’ più complicati da montare perché bisogna scoprire le estremità e poi raccordarle.
Collegamento ai morsetti
In entrambi i casi, il collegamento ai morsetti deve essere effettuato con cura. Ciò condiziona, infatti, la solidità del collegamento così come la sicurezza nell’utilizzo manuale dell’apparecchio di comando. I fili dei conduttori devono essere ritorti in modo omogeneo, per fare in modo che possano essere inseriti a fondo nei morsetti. Per questo dovete scoprire le estremità con molta precisione e solo su una lunghezza corrispondente alla giusta profondità dell’alveolo, per garantire all’impianto una protezione continua. Infine, le due estremità scoperte devono avere la stessa lunghezza.
Variatore di intensità
Potrete anche montare un variatore di intensità della luce, al posto di un interruttore. Procuratevi allora un apparecchio, tra gli svariati tipi disponibili sul mercato, da montare tagliando il filo flessibile. Il suo collegamento richiede, dunque, lo stesso tipo di lavoro di cablaggio richiesto dal montaggio di un interruttore. Ma potrete anche utilizzare un variatore da collegare all’estremità, venduto con un cordone ed una spina montata all’estremità di quest’ultimo. Questi utensili, per lampade alogene o per lampadine ad incandescenza, possono essere comandati manualmente (dal tavolo) o con il piede, se posti sul pavimento, o ancora mediante raggi infrarossi. Comportano una rotella, o un cursore. Ammettono una potenza da 60 a 500 W.
Portalampada
All’altra estremità del cordone deve essere montato il portalampada, elemento che assicura il collegamento tra i conduttori e la lampadina. Un portalampada è costituito da una guaina con fessure laterali (portalampada a baionetta) o con un passo a vite. Comporta anche due morsetti cilindrici, inseriti in un corpo in materiale isolante (porcellana o plastica). L’insieme, che nel caso del portalampada a baionetta non può essere smontato, è completato da un anello e da una rondella. Un secondo anello, che si avvita all’esterno della guaina, permette di fissare il paralume.
Scelta del portalampada
La gamma dei portalampada, a vite o a baionetta, in plastica o in metallo, è relativamente limitata.
La scelta del portalampada deve essere effettuata in funzione della calotta e della lampadina che sarà utilizzata.
I portalampada a baionetta possono ricevere e bloccare i contatti delle calotte delle lampadine corrispondenti. I portalampada a vite, richiedono anch’essi delle lampadine a calotta adatte. I portalampada possono essere di diverse dimensioni, corrispondenti a quelle delle calotte delle lampadine. Si distinguono cosi i B 15 (15 mm) e i B 22 (2 mm), dove B sta per baionetta, e gli E 14 (14 m), E 27 (27 mm) e E 40 (40 mm), dove E sta per Edison, portalampada con passo a vite. Infine, notate che esistono dei portalampada speciali, quali, per esempio, gli adattatori per bottiglie. Il collegamento dei due conduttori ai morsetti del portalampada, soprattutto se questo è in metallo, deve, naturalmente, essere effettuato con molta attenzione.
Prima di scegliere un paralume
Bisogna tenere conto della base della lampada che esso completerà e del luogo che occuperà nel locale. È dunque bene esaminare alcuni criteri prima di compiere l’acquisto. La forma e il colore della base della lampada devono determinare lo stile del paralume. Cosi l’insieme costituirà un elemento di decorazione del locale, nel quale si troverà perfettamente integrato. Inoltre, questo tipo di illuminazione permette di valorizzare alcuni punti specifici dell’ambiente e di sottolineare lo stile dell’arredamento con molta più finezza di quanta possa essere apportata dalla luce generale diffusa da un lampadario. Tuttavia, una lampada, costituita dalla sua base e dal suo paralume è, innanzitutto, un elemento che contribuisce all’illuminazione di un dato punto. Apporta una luce puntiforme, che deve essere sufficiente per svolgere il ruolo che le è stato destinato.
Illuminazione d’ambiente ed illuminazione puntiforme
La forma, ma anche il colore e dunque il materiale di un paralume, devono soddisfare queste funzioni. Le zone dedicate alla distensione, riservate all’ascolto della musica o alla conversazione, per esempio, richiedono una luce tenue, diffusa da un grande paralume. Prevedete invece una luce più forte, maggiormente puntiforme, orientabile per le attività come la lettura, il cucito, per illuminare un quadro, ecc. In alcuni casi è preferibile scegliere dei faretti o delle applique piuttosto che delle lampade sorrette da una base.