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Come Progettare un Camino

Aggiornato il 31 Marzo 2022

Indice

  • Le Parti di un Camino
  • Requisiti
  • Come Ottimizzare il Rendimento
  • Canna Fumaria
  • Il Comignolo

L’efficiente realizzazione di un caminetto non può prescindere dalla messa in opera di alcuni principi costruttivi che tengano conto delle esigenze di tiraggio del manu­fatto. Anche la collocazione e il dimensio­namento de “a canna fumaria, come pure il posizionamento del comignolo, rivestono un’importanza non secondaria.

Come Progettare un Camino

Le Parti di un Camino

Focolare, piedritti, architrave e pavimento del focolare so­no le parti essenziali che co­stituiscono il camino, o cami­netto che dir si voglia. A cui si aggiungono ovviamente la canna fumaria e il comigno­lo, oltre alla griglia per la rac­colta della cenere, non sempre presente nei camini tradizionali ma consigliabile nella realizzazione di un camino moderno. Il vano nel quale è ospitato il focolare — che può agget­tare sensibilmente dallo spessore del muro o essere contenuto nello stesso — può essere strombato, sia in pianta che in alzata; la strombatura superiore ha di so­lito un’inclinazione opposta a quella della cappa. Le pa­reti e il pavimento del focolare devono essere realizza­ti in materiali refrattari e incombustibili.
I piedritti, in mattoni, muratura, pietra o marmo a se­conda delle tradizioni locali o dei gusti, possono spor­gere dal muro per 20 o 30 cm e tradizionalmente han­no soprattutto la funzione di reggere l’architrave. An­che l’architrave può essere realizzata in vari materia­li: legno, pietra, marmo fanno di solito la parte del leone.

La cappa, prevalentemen­te dalla tipica forma di pi­ramide tronca, laddove non sia prevista la colloca­zione di un modello prefab­bricato viene comunemen­te costruita con l’utilizzo di tavelle da edilizia rifinite con malta da intonaco, per quanto sulla parete inter­na possano venire montati anche dei rivestimenti in metallo che, oltre a favori­re l’irradiamento di calore nell’ambiente, riscaldando­si con facilità stimolano l’avviamento del tiraggio dei fumi nella fase iniziale dell’accensione.

Per quanto riguarda la gri­glia per la raccolta della cenere, è consigliabile in­stallarne una ad aperture non troppo larghe, possi­bilmente in ghisa, così da evitare che le braci possa­no cadere dentro il vano previsto per la raccolta.

Requisiti

La zona più adatta alla collocazione del camino è quella più interna al locale, meglio se a ridosso del muro di colmo. La costruzione potrà essere collocata anche sulla parete interna di un muro perimetrale, ma in tal caso è consigliabile un opportuno isolamento della pa­rete o comunque un adeguato dimensionamento dello spessore della muratura.
Vi è un requisito assolutamente essenziale, di cui un camino non può fare a meno: non deve produrre fumo all’interno dell’ambiente, segno inequivocabile di un er­rore nella progettazione o di un difettoso funzionamen­to.
Per ovviare a questo rischio, va detto che deve essere anzitutto rispettata una regola molto semplice: la boc­ca del camino deve risultare più larga che alta – a meno che non si abbia a che fare con una canna fu­maria molto ampia e in grado di risucchiare i fumi sen­za difficoltà. E comunque la canna fumaria non do­vrebbe essere troppo lunga rispetto al diametro della stessa.
Bisognerà inoltre non trascurare l’installazione di una valvola di regolazione del tiraggio (serranda), da porre all’imbocco della cappa.

Come Ottimizzare il Rendimento

Anche quando non si ricorra alle soluzioni messe a punto dalla moderna ricerca e all’installazione di cami­ni di concezione tecnica molto avanzata, non vi è dub­bio che alcuni accorgimenti, a volte veramente sempli­ci, consentano di migliorare il rendimento termico del camino.
La svasatura dei fianchi del focolare, come accenna­to precedentemente, insieme all’inclinazione della pa­rete di fondo sul lato superiore, può contribuire a otti­mizzare la riflessione del calore prodotto, il che può essere ulteriormente facilitato attraverso il rivestimen­to delle pareti interne del focolare con opportuni ma­teriali, mattoni refrattari bianchi in primo luogo. L’incli­nazione del piano di fondo, rivestito con materiali re­frattari che si riscaldano facilmente a contatto con la fiamma, può inoltre incrementare il tiraggio nella fase iniziale.
L’utilizzo di moderne componenti prefabbricate in ghi­sa o in altri materiali — una sorta di via di mezzo tra la tradizionale concezione del camino e le soluzioni più avanzate — da collocare all’interno del focolare, davan­ti alla costruzione in muratura, dotate di un tubo in metallo immesso nella canna fumaria, consente an­ch’esso di migliorare il rendimento dal punto di vista termico.

L’inserimento di tale tubo nella canna fumaria permette la creazione di una camera d’aria calda che si crea per l’appunto tra il tubo e la canna in seguito al riscalda­mento del tubo stesso; dei fori praticati a una certa al­tezza nella parete della canna fumaria, accorgimento messo in pratica quasi sempre nel caso di installazione di un camino di tale concezione, possono poi convoglia­re il calore nel locale da riscaldare.

Nella moderna progettazione non si trascura di introdur­re dell’aria supplementare da convogliare entro il foco­lare attraverso delle apposite bocche d’immissione re­golabili, che pescano l’aria direttamente dall’esterno dell’edificio tramite l’allestimento di condotti protetti con una griglia esterna.

La presa d’aria, obbligatoria per legge, oltre a garantire un adeguato prelievo di ossigeno che all’interno del lo­cale sarebbe insufficiente, garantisce una soddisfacen­te combustione della legna e perciò stimola un maggior sviluppo di calore. Può inoltre favorevolmente contribui­re a migliorare il tiraggio: in mancanza di un adeguato apporto d’aria infatti l’ossigeno viene prelevato nell’am­biente, con la conseguente parziale uscita di fumo nel locale (la combustione di 1 kg di legna necessita di cir­ca 45 metri cubi d’aria).

Se non è possibile predisporre dei condotti d’aerazione che possano convogliare l’aria dall’esterno al focolare passando sotto il piano di calpestio, sarà sufficiente aprire una presa d’aria nella parete esterna, munendo­la di una griglia di protezione e, possibilmente, di una serranda che consenta di regolare il passaggio dell’a­ria. Si potranno inoltre praticare dei fori sui serramenti o sui cassonetti dei rotolanti, anch’essi da munire di apposita serranda.
Nel caso il camino sia disposto a cavallo di una muratu­ra di divisione tra due locali, uno dei quali di servizio, per esempio una lavanderia e/o un locale caldaia, otti­ma risulta la soluzione con la quale trarre l’aria da una finestrina che si trovi in tale locale di servizio, così che possa essere attirata dal camino tramite una camera d’aria collocata dietro il focolare. Si potrà anche far ri­corso a un modello di camino prefabbricato e già dota­to di una tale camera d’aria come pure di condotti per la fuoriuscita dell’aria calda nei locali a contatto con il camino. Uno di tali condotti potrà tra l’altro essere rivol­to verso la lavanderia o il locale caldaia.
Per quanto riguarda il buon tiraggio del camino, è inol­tre indispensabile evitare che nello stesso locale sia­no collocati due camini poiché quello dei due che ha un tiraggio più forte potrebbe interferire con il buon funzionamento dell’altro, rovesciandone la corrente ascensionale.

Va ricordato anche che il fuoco andrebbe acceso preferi­bilmente a ridosso della parete di fondo del camino, per­ché in tal modo si crea un migliore movimento dell’aria. Nel caso ci si trovasse alle prese con difficoltà di tirag­gio, una soluzione alquanto semplice, che il più delle volte funziona, soprattutto in presenza di un’errata pro­porzione tra altezza e larghezza della bocca del camino, può essere quella di abbassarne l’apertura con un telo. Ovviamente ciò è possibile se il camino ha una profondità di almeno 1 m, altrimenti c’è il rischio che il telo prenda fuoco. L’aumento del rapporto altezza/larghezza a favore della larghezza, dovrebbe aumentare il tiraggio e consentire perciò di risolvere il problema. Lo stesso risultato può essere ottenuto impiegando altri materiali: una lastra di materiale non infiammabile, per esempio rame, o una tavola di legno se la profondità del camino consente di porla al riparo dal rischio di combustione.

Per quanto riguarda la possibilità di aumentare la profondità del focolare nel caso fosse insufficiente, si può anche far sporgere maggiormente i piedritti. Se sono già collocati e sono realizzati in due blocchi di pie­tra sarà necessario smontarli e riposizionarli o sostituir­li; se sono costruiti in mattoncini si dovrà provvedere a smantellarli e ricostruirli ex novo, collocandoli in modo da farli sporgere più consistentemente.
Anche la collocazione sulla parete di fondo del focolare di una piastra metallica (ferro, ghisa ecc.), bloccata con delle zanche a una distanza di almeno 5 cm dal muro, così che si crei un’intercapedine sul retro, può consenti­re di trovare una soluzione a un insoddisfacente tirag­gio. La formazione dell’intercapedine e il rapido riscal­damento della piastra che surriscalda i fumi, faranno sì che questi ultimi risalgano la cappa più velocemente. La doppia parete, laddove si potesse contare su un’a­deguata profondità, potrà essere costruita pure in mattoncini di materiale refrattario, da collocare anche in questo caso a una distanza di almeno 5 cm dalla pare­te di fondo. È opportuno che l’intercapedine così creata venga mantenuta solamente per una fascia in verticale che corrisponda grosso modo all’apertura prevista sul­la parete stessa, in modo che si crei una sorta di can­na fumaria tra la doppia parete e la parete di fondo. L’intercapedine andrà perciò chiusa ai due lati della “canna fumaria” creata con la costruzione della doppia parete, per evitare il ristagno dei fumi.

Canna Fumaria

La canna fumaria ha il compito di convogliare all’ester­no i fumi per effetto del tiraggio e il buon tiraggio di­pende in notevole misura anche dall’efficienza e dal­l’adeguato dimensionamento della canna stessa. Poi­ché i prodotti derivati dalla combustione tendono a sa­lire verso l’alto dato che hanno una temperatura assai più elevata dell’aria dell’ambiente, si crea un effetto di depressione che richiama l’aria intorno al focolare e, alimentando la combustione, crea una colonna ascendente.
Per quanto riguarda l’eventuale raccordo con la canna fumaria in muratura si privilegia oggigiorno l’utilizzo di tubi flessibili a sezione circolare; l’eventuale raccordo è preferibilmente effettuato con tubi in acciaio inox, che devono evitare strozzature o inclinazioni superiori a 45° rispetto alla verticale.
Anche la sezione della canna fumaria dovrebbe preferi­bilmente risultare circolare, così da ottimizzare il tirag­gio; può comunque essere realizzata anche a sezione quadrata o rettangolare. In quest’ultimo caso è però raccomandabile che i lati non differiscano tra loro di più di due terzi. Per realizzare la canna fumaria vanno utilizzati materiali refrattari, resistenti alle alte tempe­rature e impermeabili ai gas. Nei casi nei quali la can­na fumaria sia collocata all’esterno dell’edificio deve essere adeguatamente rivestita, in modo da ostacola­re il raffreddamento dei fumi, che potrebbe creare pro­blemi di tiraggio.
Si possono perciò utilizzare degli ele­menti prefabbricati vibrocompressi in conglomerato cementizio formanti una controcamera con intercapedine d’aria, o in acciaio rivestito all’esterno con ma­teriali isolanti.
La canna deve essere autoportante e dovrebbe possibilmente avere una strut­tura autonoma rispetto alla parete. Do­vrebbe inoltre avere una lunghezza suf­ficiente e non presentare strozzature, gomiti e variazioni di sezione, né esse­re comunicante con altre canne fuma­rie e avere un’altezza che superi gli edifici immediatamente vicini.
È necessario inoltre tenere presente che se la sezione della canna risultas­se eccessivamente grande si avrebbe un aumento della superficie di raffred­damento verso l’esterno, con un inevitabile abbassa­mento della temperatura dei fumi, il che provochereb­be il rallentamento della velocità di uscita degli stessi, fenomeno questo che potrebbe facilitare la loro fuoriu­scita nell’ambiente in cui si trova il camino.

Anche una sezione eccessivamente piccola potrebbe facilitare la fuoriuscita dei fumi nell’ambiente e, in pre­senza di una canna fumaria troppo piccola, è consiglia­bile la combustione di ridotte quantità di legna nella fa­se iniziale dell’accensione del fuoco.
Nel calcolare la sezione adatta è opportuno tenere pre­senti dunque almeno tre fattori. In primo luogo sarà be­ne non trascurare il fatto che aumentando l’altezza sul livello del mare alla quale viene installato il camino, dovrà aumentare la sezione della canna.
Andrà inoltre tenuto presente che con l’aumento del­l’altezza complessiva della canna dovrà diminuire la sezione necessaria.
Sarà ovvio infine che la sezione dovrà essere valutata anche in funzione della potenza del camino, cioè del­l’apporto previsto di combustibile.

Il Comignolo

Il comignolo ha lo scopo di disperdere i fumi provenien­ti dalla canna fumaria, favorire il tiraggio ed evitare in­fluenze negative dei venti e degli agenti atmosferici. Non è raro pertanto che l’efficienza del tiraggio sia compromessa da un comignolo fatto male o collocato in modo errato.
Va detto anzitutto che il comignolo non deve servire che un’unica canna fumaria indipendente e che il trat­to della canna fumaria che sporge dal tetto o rimane a contatto con l’esterno deve essere ben isolato. L’effi­cienza del tiraggio può inoltre essere alterata, per esempio, dall’intensità del vento e in tal caso è neces­sario intervenire con alcuni accorgimenti che modifichi­no l’assetto del comignolo.

È anzitutto importante dunque che la bocca della canna fumaria risulti posizionata in pieno vento e a un’altezza superiore di almeno 1 m rispetto al colmo del tetto o di qualsiasi altro ingombro o struttura distante meno di 8-10 m; è inoltre essenziale considerare che la sezione utile di uscita del comignolo, cioè l’area totale delle sue aperture verso l’esterno, deve risultare non inferio­re al doppio della sezione della canna fumaria.

Buona anche la soluzione per cui, individuata la direzio­ne prevalente dei venti, che di solito tirano da due dire­zioni contrarie l’una all’altra, si intervenga spezzando il vento grazie a una modifica del comignolo che consen­ta di formare un vortice d’aria che faciliti il tiraggio. Si potranno perciò tappare completamente i due lati espo­sti al vento, dotando gli altri due di molte aperture che consentano di creare una serie di buchi contro i quali il vento rimbalzi: in tal modo si forma un vortice d’aria che garantisce il tiraggio. Tanto più la zona è ventosa e tanto più i buchi devono essere piccoli.

Per aumentare ulteriormente il tiraggio si possono an­che orientare in modo diverso i mattoni con i quali creare i fori sul comignolo e non far corrispondere i fori dei due lati aperti. Il tutto ovviamente è possibile se, nonostante l’intervento, il comignolo mantiene quella caratteristica cui si è accennato poco sopra, cioè che la sezione utile di uscita dei fumi sia almeno doppia ri­spetto alla sezione della canna fumaria.
I moderni comignoli di tipo “antivento”, dotati di profi­li alari che assicurano lo scarico dei fumi anche in pre­senza di forti venti orizzontali, sono di solito in grado di garantire un buon smaltimento dei prodotti della combustione.

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