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In casa arrivano due cavi: uno chiamato fase e l’altro neutro. È importante saper individuare quale dei fili è la fase; questo filo è infatti sempre sotto tensione, mentre il neutro è normalmente a potenziale zero e ha tensione solamente quando, insieme al filo di fase, è collegato a un apparecchio utilizzatore. Oltre a questi due cavi ne esiste un terzo di collegamento a “terra”, dove possono essere dirottate tutte le dispersioni di corrente. Per distinguerli sono state stabilite delle norme che attribuiscono un colore facilmente individuabile a ciascuno dei tre: il filo di terra ha colore verde-giallo a strisce longitudinali, il neutro è di colore blu e il filo di fase normalmente è nero o marrone. Per gli impianti a bassa tensione (per esempio i campanelli) possono però essere usati anche altri colori. Prima di adottare queste norme ognuno faceva come preferiva e nei vecchi impianti si trovano quindi fili di colori diversi. Nell’incertezza sarà opportuno utilizzare un cacciavite cercafase per risolvere ogni dubbio.
Il Volt (simbolo V) misura la tensione e cioè la forza elettromotrice occorrente per il funzionamento o il rendimento di un apparecchio; l’Ampère (simbolo A) misura la corrente vera e propria e cioè la quantità di cariche elettriche che passano nei fili; l’Ohm (simbolo S2) misura la resistenza che incontrano le cariche elettriche nel passare attraverso i fili; il Watt (simbolo W) misura la potenza elettrica, la quantità di elettricità assorbita da un apparecchio per il suo funzionamento.
Quando si lavora sull’impianto elettrico è sempre indispensabile provvedere a sconnettere la tensione, agendo sull’interruttore generale o, se l’impianto ne fosse fornito, sugli interruttori differenziali che possono anche essere previsti per ciascun locale. Ricordiamo poi che questo tipo di lavoro deve essere fatto solo dai professionisti autorizzati, che possono rilasciare la relativa certificazione. La certificazione di un impianto elettrico rappresenta un documento fondamentale, il quale attesta la completa conformità dell’impianto alle normative vigenti in materia di sicurezza e qualità. Questa dichiarazione, rilasciata dal tecnico qualificato al termine dei lavori, evidenzia un’installazione eseguita secondo i più alti standard professionali e rispettando le disposizioni normative stipulate inizialmente nella Legge 46/90 e successivamente nel Decreto Ministeriale 37/08. Oltre a servire da strumento di garanzia per la sicurezza, la certificazione assicura che ogni componente dell’impianto sia stato verificato e installato rispettando le linee guida dell’arte impiantistica. La dotazione di tale certificato rappresenta quindi un elemento imprescindibile per confermare l’integrità e la funzionalità dell’installazione. La dichiarazione di rispondenza, come spiegato su Documentiutili.com, rappresenta un documento essenziale che subentra alla dichiarazione di conformità in circostanze specifiche, delineate normativamente per garantire la sicurezza e la regolarità degli impianti. Tale documento diviene mandatorio nei casi in cui gli impianti sono stati realizzati nel periodo intercorrente tra il 13 marzo 1990 e il 26 marzo 2008, e non dispongono di dichiarazione di conformità. Inoltre, è necessario redigere tale dichiarazione qualora la documentazione originaria sia andata perduta o sia irrecuperabile. La dichiarazione di rispondenza diventa altresì indispensabile nell’eventualità di attivazione di nuove forniture di energia elettrica o di richieste di aumento della potenza disponibile per impianti privi di dichiarazione di conformità e costruiti nell’intervallo temporale sopracitato, come specificato dall’articolo 8, comma 3, del Decreto Ministeriale 37/2008.
Attrezzatura
La realizzazione di un impianto elettrico deve essere affidata a un professionista, ma vari lavori di manutenzione e riparazione possono essere tranquillamente eseguiti anche da dilettanti. Allo scopo è opportuno fornirsi di una adeguata strumentazione. Sarà indispensabile un buon paio di pinze con impugnature isolanti e alcuni cacciaviti utili a intervenire su viti di varia misura.
Si potranno quindi tenere a portata di mano delle forbici da elettricista munite di lame leggermente ricurve (un incavo presente su una lama serve per incidere agevolmente la guaina isolante dei cavi e per asportarla), mentre uno spellafili risulterà utile per spellare le estremità dei fili in modo da mettere a nudo i conduttori interni per effettuare collegamenti: si tratta di una pinza piatta con ganasce dotate di incavi e fori. Gli incavi, di vario diametro per fili di sezione diversa, servono per inserire le estremità dei fili elettrici isolati, così da poter spellarli senza difficoltà; i fori servono invece per troncare i fili; le sagomature collocate sulle ganasce sono utili per serrare i capicorda sulle estremità dei fili.
L’apposito cacciavite cercafase consente di stabilire se un conduttore è sotto tensione; permette cioè di individuare la “fase”. È munito di punta metallica e un contatto metallico è situato sull’estremità posteriore dell’impugnatura, protetta da materiale isolante. Funziona in modo assai semplice: si tocca con la punta del cercafase il conduttore da esaminare tenendo premuto il contatto posteriore; se nel conduttore c’è corrente si accende una piccola spia collocata all’interno del manico. Lo strumento è indispensabile, per esempio, per determinare la presenza di tensione allorché si cerchi un guasto.
Anche se non molto diffuso, il cercametalli è uno strumento veramente assai utile. Consente di individuare la presenza di elementi metallici o condutture elettriche nascoste o murate. I modelli più efficienti permettono di determinare se l’elemento metallico murato è un cavo elettrico o meno. In tal modo è facile seguire l’andamento di un impianto murato ed evitare il pericolo di fare un foro in un punto dove potrebbe passare un conduttore di corrente.
Con il tester si possono eseguire misurazioni e controlli su apparecchi e circuiti elettrici. Un selettore consente di scegliere le diverse misurazioni (tensione in corrente alternata e continua, corrente in alternata e continua, resistenza) e quindi, toccando con i puntali i terminali del circuito su cui si effettua la misurazione, si possono leggere i valori riportati sulle scale del quadrante. In commercio di trovano tester analogici e digitali; questi ultimi permettono una rilevazione più precisa.
Per esempio, per misurare la tensione di rete (220 Volt) si imposta il fondo scala più vicino (250 Volt CA, ovvero corrente alternata), si inseriscono i puntali negli alveoli di una presa e si legge il valore nella scala relativa. Il controllo di tensioni alternate incognite può essere fatto impostando la misura in Volt-CA e selezionando il fondo scala massimo. Si dovranno quindi toccare con i puntali i punti del circuito da esaminare; se la lancetta si muove poco, sarà necessario selezionare un fondo scala più basso. Per quanto riguarda l’esame delle pile, sarà necessario selezionare la misura di tensione in corrente continua (Volt-CC) e toccare con i puntali i poli della pila, impostando il fondo scala più vicino, ma superiore, alla tensione nominale della pila. Se la lancetta si muovesse all’indietro, bisognerà invertire i puntali.
Il controllo delle comuni lampadine potrà essere eseguito posizionando il selettore sulla misurazione di resistenza (Ohm), con un fondo scala basso, quindi si dovranno toccare con i puntali la virola e il contatto centrale della lampadina. Se la lancetta non si muove, la lampadina è bruciata.
Per verificare se un cavo o una prolunga sono interrotti, bisognerà impostare la misurazione di resistenza e toccare alveoli e spinotti alle estremità; se la lancetta non si muove toccando alternativamente entrambi gli spinotti, significherà che il cavo è interrotto.
Per misurare la corrente in circolazione in un apparecchio, sarà invece necessario selezionare la misura di corrente in alternata (Ampère-CA) e collegare il tester selezionando il fondo scala massimo per poi scendere. Se l’apparecchio funzionasse a corrente continua, bisognerà selezionare Ampère-CC.
Tipi di Fili Elettrici
Quando ci si appresti a eseguire un lavoro sull’impianto elettrico è necessario valutare attentamente la scelta dei cavi elettrici adeguati all’impiego. Essi differiscono uno dall’altro nel tipo di conduttore interno e nell’isolante esterno; ogni tipo è adatto a un impiego specifico o a un’utilizzazione preferenziale.
Per l’alimentazione di lampade e piccoli elettrodomestici (fino a 500 W) sono sufficienti fili con una sezione di 0,75 mmq; per punti luce ed elettrodomestici di media potenza (fino a 1000 W) sono consigliabili cavi con sezione di 1 mmq; per l’alimentazione di apparecchi di potenza tra i 1500 e i 2000 W sono consigliabili cavi di 1,5 mmq di sezione; per l’alimentazione di apparecchi di potenza rilevante (tra i 2500 e i 3000 W) sono preferibili cavi di 2,5 mmq di sezione.
Collegamento tra Conduttori Elettrici
Si possono seguire varie modalità per unire tra loro due conduttori elettrici. Il sistema più semplice consiste nell’utilizzare del nastro isolante di buona qualità.
Dopo aver spellato i cavi da unire eliminando il rivestimento isolante per un paio di centimetri, si attorcigliano accuratamente i due conduttori mantenendo l’intreccio ben compatto (1) e quindi si avvolgono alcuni giri di nastro isolante partendo da una parte isolata di un cavo, sino alla parte isolata dell’altro e tornando indietro (2).
Un sistema più sicuro consiste nello spellare e attorcigliare i terminali dei cavi da unire (3) e nell’inserirli all’interno di uno speciale morsetto cilindrico con cappellotto in plastica. Si provvede quindi a stringere la vite apposita posta su un lato, così da tenere uniti e isolati i fili (4).
Oppure si possono usare degli spinotti maschio e femmina: i due cavi vanno collegati agli spinotti stringendo le viti poste su questi (5) e quindi si inserisce lo spinotto maschio nello spinotto femmina e si effettua il collegamento (6).
Si possono infine unire i conduttori attorcigliandoli dopo averli spellati (7), quindi si scaldano con un saldatore elettrico e, dopo aver fuso il filo di stagno apposito, si fanno colare alcune gocce fuse sull’unione (8), così da creare un collegamento definitivo, da isolare con nastro adesivo(9).
Per quanto riguarda il collegamento tra cavi in cui passa corrente di rete si possono effettuare con speciali connettori detti “mammut”, forniti di pratici morsetti a vite .