In questa guida spieghiamo come utilizzare la smerigliatrice angolare.
Chi è nel mondo del fai da te, o meglio ancora in quello dell’edilizia professionale, si sarà di certo imbattuto in alcune problematiche che richiedono l’utilizzo della smerigliatrice angolare. La smerigliatrice, come del resto qualsiasi utensile, richiede l’uso di precauzioni per la sicurezza del lavoratore. Proteggersi è un’importante prevenzione contro qualsiasi infortunio.
In questa pagina troverete consigli utili sull’utilizzo e manutenzione dell’attrezzo. Spesso le istruzioni, anche se nella propria lingua, contengono termini tecnici o lunghe e ripetitive norme che più che dare un’immagine chiara del prodotto, confondono anche un professionista esperto. Qui troverete le spiegazioni necessarie per sfruttare e utilizzare al meglio la vostra smerigliatrice.
La smerigliatrice angolare può essere suddivisa in cinque parti diverse. Le mole abrasive, chiamate in gergo tecnico anche dischi, sono disponibili in molte tipologie e spessori a seconda del tipo di taglio o abrasione che si va ad eseguire. I sistemi di assemblaggio variano da disco a disco.
Le parti principali che possiamo individuare a prima vista sono
– Il corpo macchina
– Parafaville
– Manico
– Dadi di bloccaggio del disco con relativa chiave
– Disco: rispettivamente 5/6/7 per legno, pietra o ceramica, ma il più utilizzato è quello per i metalli.
L’assemblaggio di uno smerigliatore non è un’operazione troppo complessa. L’importante è avere cura di fate tutto con ordine e stringere bene i bulloni e la presa. Ogni operazione di montaggio e smontaggio o manutenzione va praticata a motore spento e presa staccata.
Cominciate avvitando al corpo macchina il manico. Per essere avvitato, il corpo macchina ha due appositi fori filettati, uno sul dorso superiore e uno su quello inferiore.
La scelta della posizione dipenderà dal luogo e dalla posizione che assumete durante il taglio. Il manico. avvitato perpendicolarmente al corpo motore, serve a tenere saldo l’utensile durante il taglio, soprattutto sotto le sollecitazioni e le vibrazioni che provoca durante l’accensione.
In questo modo sarete capaci di eseguire tagli quanto più precisi e soprattutto avrete una presa più salda. Capita spesso che il disco si impunti oppure che tagliando un tubo, arrivati a metà taglio, il doppio spessore provochi un maggiore sforzo con movimenti sussultori bruschi che rischiano di farvi scappare la smerigliatrice dalle mani.
Durante il taglio l’attrezzo orizzontalmente e con la mano che utilizzate per scrivere, prendetelo per il manico e guidatelo secondo le vostre necessità. L’altra mano servirà a sostenere il peso e le vibrazioni mentre l’altra lo guida.
Adesso montate il parafaville. Questo semplice pezzo di lamiera non è meno importante degli altri, eviterà che le faville vi arrivino dritte in faccia o negli occhi. Il modo di bloccarlo dipende da modello a modello, ne esistono regolabili e fissi. Solitamente si blocca manualmente tramite un tirante e può essere posizionato in tutte le direzioni. In ogni caso non lo togliete mai, perchè oltre ai frammenti infuocati che genera il disco, è una protezione dal disco stesso che potrebbe anche spezzarsi se usato impropriamente. Se con il tempo si consuma non è un buon segno, perchè significa che il disco non gira bene, in tal caso può servire come campanello d’allarme.
Fate molta attenzione quando avvitate i particolari dadi che stringono la mola abrasiva. Sono due e con piccole differenze. Hanno lo stesso diametro esterno e ovviamente anche quello interno dove si trova una filettatura per essere avvitati al mandrino principale. Il mandrino è l’asse rotante sul quale si avvitano le varie mole, esso è messo in moto tramite delle ruote dentate direttamente da una bobina di rame che ruota tra due magneti che insieme formano un cilindro, ma questo non vi riguarda, anche perchè non dovrete mai aprire nessun utensile, è rischioso perchè basta manomettere qualcosa per renderlo inutilizzabile, o peggio ancora, rischiare di provocare seri danni a voi stessi.
Tornando ai dadi circolari per stringere i dischi, notiamo che sono differenziati da due particolarità, uno ha dei fori da quale inserire i denti della chiave per poterlo svitare, e questo è il primo più esterno, mentre quello che si avvita per primo è quello che ha l’incastro per potersi aggrappare al mandrino. Ha una scanalatura rettangolare. Durante il montaggio fate attenzione che le scanalature combacino perfettamente.
Esistono svariati tipi di mole e dischi, tutti per scopi diversi. Di mole per ferro ne esistono di vari millimetri di spessore, quelle più piccole da 1mm sono solitamente usate per tagliare, dato che il poco spessore permette una penetrazione più facile, quasi impossibile con il disco spesso 10 mm, o almeno impiegherebbe molto più tempo ed energia. Queste mole sono realizzate con metodi del tutto tecnologizzati. Sono delle polveri abrasive tenute tra di loro da resine e rinforzate con delle fibre, il tutto si consuma uniformemente se usato correttamente, se così non fosse significa che è leggermente decentrato, quindi provvedete a sistemare le cose. Evitate di fare acrobazie con lo smerigliatore, il disco non va usato se fratturato, per ovvi motivi di sicurezza vostra e di chi vi assiste nel lavoro. Evitate anche di usare il disco troppo consumato
Poi ci sono i dischi per pietra, piastrelle o cemento, i più economici sono composti come quelli per metallo, mentre altri sono in metallo. Questi in metallo hanno una corona in Widia, una lega d’acciaio simile al diamante, molto dura e capace di scalfire anche le pietre più dure. Ne esistono diversi modelli, a circonferenza liscia, dentati o scanalati, si montano allo smerigliatore o con i dadi, oppure, sono in commercio dei dischi con un sistema di autobloccaggio che vi faciliterà l’assemblaggio.
Altri dischi hanno dei frammenti di diamanti elettrodepositati per elettrolisi. Per lo più servono per la levigatura dei marmi.
Se la corona esterna si consuma o addirittura si linea, cambiate il disco, perchè se arriva a spezzarsi e staccarsi mentre è in moto, partiranno dei frammenti come dei proiettili. Immaginate quindi cosa possono provocare. Non sottovalutate nessun particolare e nessun rumore strano durante il funzionamento.
Per le rifiniture non può mancare il disco supporto per la carta abrasiva. I primi supporti per carta abrasiva erano dischi in plastica e la carta abrasiva si avvitava come sandwich. I supporti di nuova generazione sono autobloccanti e hanno una superficie completamente piatta a strappo in modo da cambiare la carta in pochissimo tempo, e hanno gradazioni dalle più piccole alle più grandi arrivando alla lucidatura. Questo si può usare sia su legno che su ferro o pietra.
Infine parliamo di alcuni accessori che, anche se non fanno parte dello smerigliatore, non devono mancare nei vostri garage, officine o laboratori. Queste sono mascherine, guanti e occhialini. Partendo dalla mascherina, anche la più semplice serve a bloccare l’arrivo diretto di faville e frammenti, e ancor di più evita di farvi respirare i gas di combustione generati dalle resine delle mole abrasive, che di certo non fanno bene. I guanti vi parano le mani dalle faville, anche perchè le mani saranno quelle più vicine allo smerigliatore, mentre gli occhiali evitano che qualche residuo vagante arrivi nei vostri occhi, se capita consultate un medico. Per un uso prolungato vi consiglio anche dei tappi per orecchie o del semplice cotone idrofilo messo come tappo, il forte rumore nel tempo potrebbe provocare danni soprattutto se siete in un luogo chiuso.