Quello alla nitrocellulosa (detta semplicemente « nitro » dai professionisti) è un procedimento che per molti aspetti si ricollega alla lucidatura con lo stoppino. In effetti si pratica con lo stesso tipo di stoppino, con la grande differenza che la procedura è molto più semplice e non presenta ostacoli di rilievo neppure per il bricoleur più inesperto.
Perché ne parliamo in modo così diffuso? Sebbene lo stoppino sia sempre preferibile, tutta una serie di mobili di qualche generazione fa, tra il 1930 e il 1955 all’incirca, sono stati finiti alla cellulosa. Qualsiasi operazione di restauro richiede quindi un trattamento di questo genere. Senza contare che il trattamento « nitro » può con cedere, grazie ad una semplice variazione di miscela, una lucidatura « matt » (opaca), che invece lo stoppino permette soltanto con un difficile trattamento finale a base di olio e pomice. La maggior parte dei mobili moderni di teck (scattati, amplificatori stereo) sono trattati in questo modo.
Ultimo aggiornamento 2024-12-12 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Mentre la preparazione del legno e la sua coloritura con mordente non variano rispetto agli schemi già visti per lo stoppino, nelle fasi successive ci sono novità. L’oliatura, per esempio, è più profittevolmente sostituita dall’uso di un turapori, che elimina allo stesso tempo il successivo uso del sacchetto con la pomice.
La lucidatura vera e propria non presenta particolari problemi. Occorre anzitutto preparare la miscela, con sostanze facilmente reperibili in qualsiasi colorificio: mezzo litro di nitro e circa 200 grammi di alcool a 95°. Per la sua applicazione si usa un tampone di panno; l’ideale è uno stoppino.
A differenza della finitura allo stoppino, quella alla nitro dà risultati molto più rapidi. Non sono necessarie giornate di lavoro, né lunghe soste fra una lucidatura e quella successiva, per vedere i primi risultati. È preferibile, come per lo stoppino, distribuire la nitro con movimento rotatorio , ma qualche piccolo errore è più facilmente perdonato, e comunque occorre intercalare un movimento « per lungo » a quello rotatorio.
In genere è consigliabile, dopo una prima applicazione, lasciare asciugare ed indurire, quindi carteggiare con cartavetro 00 e ripetere l’operazione di lucidatura.
Nella riparazione di mobili trattati alla nitro può essere consigliabile, se lo strato di vernice lucida è troppo spesso, lavare completamente la superficie e ricominciare daccapo, con una nuova veste di nitro.
Da tenere presente che, per le sue particolari caratteristiche di lucidità e durezza, la finitura nitro è sovente adottata anche per la finitura dei mobili allo stoppino: nella parte finale, quando si tratta di far venire fuori la brillantezza, alla soluzione di gommalacca e alcool si può cioè sostituire una soluzione nitro maggiormente diluita (praticamente nitrocellulosa e alcool in parti uguali), ma con l’avvertenza di usare lo stesso stoppino, che è ancora intriso di soluzione alla gommalacca.